Rassegna documentaristica: COndiVIDiamo Arte

In occasione del lockdown dovuto al Coronavirus, sul canale YouTube di Biofonie.it sono stati trasmessi, in libera visione, una serie di documentari dedicati all’arte:

Versione integrale del documentario “Hanno paura di me! Sanno che sono Punk e che vengo da Canaletto” su Gianluca Lerici, il Prof. Bad Trip. Documentario di Andrea Castagna e Carmine Cicchetti. Interviste, immagini di repertorio, scritti inediti di Gianluca. Il documentario ripercorre la vita di Gianluca, le sue passioni, il suo modo di essere, la sua musica, la sua arte.
Il documentario racconta l’ideazione, la lavorazione e l’allestimento de “Il cavaliere inesistente”, la “mostra diffusa” nelle strade di Pietrasanta e nel complesso di Sant’Agostino dell’artista spezzino Giuliano Tomaino. Cavalli a dondolo, mani, sagome umane, sono i protagonisti della narrazione fantastica ispirata al romanzo di Italo Calvino. Le immagini di Tomaino, disarmanti nella loro ingenua semplicità, restano estranee alle logiche promosse dalle mode culturali e mettono lo spettatore di fronte a confronti estremi fra l’aura simbolica che richiama l’archetipo e la “povertà” del nostro tempo. TITOLO: Signs of the Times: Giuliano Tomaino REGIA: Andrea Castagna PRODUZIONE: Jux Tap Entertainment/T Factory
Sara Colaone, già vincitrice del premio Gran Guinigi 2017 come miglior disegnatrice e alla quale è dedicata una delle mostre a Palazzo Ducale, racconta se stessa e la sua arte passeggiando per le strade dell’incantata città di Lucca.
Documentario dedicato a Nino Longobardi. Da un’idea di Geremia Carrara. Realizzato da: Christian Caiumi, Geremia Carrara e Gisella Gaspari.
Nino Longobardi è un artista nato a Napoli nel 1953. Autodidatta, ha avuto fondamentale importanza per la sua formazione il sodalizio artistico con il critico e gallerista napoletano Lucio Amelio, che alla fine degli anni Settanta ospita una delle sue prime personali. Longobardi utilizza soprattutto la tecnica del disegno su carta e su parete, oltre a plasmare la tela in senso scultoreo e architettonico, per poi concentrarsi sulla tecnica pittorica e grafica, senza tralasciare la scultura. La figura umana maschile rappresenta l’elemento centrale della sua produzione: essenziale, asciutta, resa con pochi tratti sintetici e una ridotta gamma cromatica (nero grigio, alcuni colori di terra), forma ideale e punto di partenza per ogni rappresentazione figurativa.
L’incredibile storia personale di Emil Ferris corre il rischio di far passare in secondo piano la qualità del suo lavoro, ma sarebbe un grave errore. Una carriera da onesta professionista del design, al servizio delle industrie più disparate (fra i suoi lavori anche i pupazzetti promozionali per McDonald’s), Emil Ferris vede la sua vita cambiare radicalmente quando la puntura di una zanzara le trasmette una rara malattia che la lascia quasi paralizzata. La lunga terapia di riabilitazione prende la forma di un libro torrenziale, “La mia cosa preferita sono i mostri”, che racconta la difficile ricerca di identità di una ragazzina nella Chicago negli anni della controcultura e che impone immediatamente la sua autrice come voce-rivelazione del graphic novel internazionale. L’intervista è stata raccolta a Parigi, a seguito della vittoria del Gran Guinigi a Lucca Comics 2018 per il Miglior Graphic Novel e presentata durante la mostra personale dell’artista, a Lucca Comics & Games 2019 e qui riproposta in versione estesa.

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“Hanno paura di me!” [àr-te] sostantivo femminile

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